da Decimo Giunio Giovenale (Satira XI)
Se vai nelle case ricche la cena non sa di niente
il pesce non sa di niente la carne non sa di niente
persino profumi e fiori emanano solo puzza
se non ci si siede tutti a un tavolo d'avorio
Un tavolo d'avorio su un leopardo d'avorio
con la bocca spalancata una bocca smisurata
un tavolo comprato alle porte d'Egitto
un bel tavolo elegante fatto con denti d'elefante.
A me che non ho d'avorio nemmeno pedine e dadi
né manici di coltelli son d'osso persino quelli
non e capitato mai di avere pietanze marce
per me non è mai un disastro il sapore di un pollastro.
Non ho il tavolo d'avorio su un leopardo d'avorio
con la bocca spalancata una bocca smisurata
non ho il tavolo comprato alle porte d'Egitto
un bel tavolo elegante fatto con denti d'elefante.
Mi manca persino un servo che squarti montoni e lepri
che squarti manzi e maiali con tecniche speciali
però quando mangio io nell'aria senti un profumo
un profumo che si afferra per tutta la Suburra
Non ho il tavolo d'avorio su un leopardo d'avorio
con la bocca spalancata una bocca smisurata
non ho il tavolo comprato alle porte d'Egitto
un bel tavolo elegante fatto con denti d'elefante.
Non ho il tavolo d'avorio su un leopardo d'avorio
con la bocca spalancata una bocca smisurata
non ho il tavolo comprato alle porte d'Egitto
un bel tavolo elegante fatto con denti d'elefante.