La verità è scomoda: è il motivo per cui più gli uomini si offron ai comfort, più soffron e meno hanno forza autonoma. Qui è un delirio: nemmeno i bimbi invidio se ogni individuo spegne gli istinti al video. Salto come rampe, le bande stese per alcol e giande, se perdi una donna o un dogma ne fai un altro più grande, ma sei solo metà fuori se non hai il metaforico scalpo di Highlander. Io scrivo con le unghie che han lo smalto di sangue, più in alto di tante persone ma il sole col caldo è distante, accetto il freddo anche se mi brucia il palmo in un solo istante, con la mia composizione cerco elevazione: zero palco o contante. Quando ricanto i miei testi è alienante ma io l'adoro, ogni mia creazione è un alchimia che ha la formula che trasforma la mia merda in oro e non ha senso spargerla; ogni uomo è diverso e può farcela solo da solo. Ma "conosci te stesso" significa che l'io è più importante del resto? Ma per l'io stesso o per il resto? O forse perché le cose sono i limiti dell'uomo, nel senso che conoscere è aprirsi ma fondendo orizzonti di pregiudizi necessari ermeneuticamente? Ma quasi sempre la chiusura è incosciente, quando sono sano mi idealizzo e non mi an*lizzo, spesso l'autoan*lisi è un vizio ma è necessaria al lavoro del lutto per ogni nuovo inizio. Quando una persona scompare rinasce nella tua memoria e diviene una parte del tuo ego: ora so che solo ciò che ho perso lo possiedo Solo ciò che ho perso lo possiedo Solo ciò che ho perso lo possiedo Solo ciò che ho perso lo possiedo Solo ciò che ho perso lo possiedo...