Ogni mattina l'orchestra radiofonica se la spa**a e ti dà di gomito. La tromba strepita un ritornello magico, mentre i violini salutano. La folla scatta, sorpa**a gli orologi, lascia partire le raffiche dei suoi pa**etti precisi in bianco e nero che si sgranano sotto i semafori. "Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città "Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà. Lungo la fabbrica continua lo spettacolo dei giorni che si rincorrono. In sei nel cerchio galoppano per mordere la coda della domenica. Hanno le orbite quadrate come scatole, quando non li vedi ti guardano; Hanno tre bocche e trentatrè nastri magnetici. "Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città "Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà. Quando sui viali la pioggia resta sola, la luce dell'ora elettrica misura il sonno di piombo della gente che vende la vita per vivere. "Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città "Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà.