[Strofa 1: Socio] È ora. È giunto il momento mi presento all'appuntamento Con un mazzo di fiori seccati dal tempo che attendo lento Nessun orologio può scandire quant'è che aspetto Un'attesa infinita che dura da tutta una vita Non ho pensieri, nessun chiodo fisso il vuoto Pieno di ogni ricordo m'immagino morto Vesto a festa, mente fredda, senza fretta, con altro in testa La cravatta della consapevolezza è stretta La gola secca per questa non scelta. Scendo, sento Il suono delle campane che sale; salgo all'altare Pongo un sorriso su una faccia da funerale Appongo un'ultima firma legale in calce Mi appoggio alla sua letale falce fino all'ultima falange Diminuisce il senso d'attesa che cresce mentre Dentro angoli bui tra me è colui i cui colori si fanno scuri So di aver visto tutto questo ad occhi chiusi [Strofa 2: Biondo] Troppe cose strette come da un laccio Troppa gente cade nella trappola come topi col formaggio Resta la mia scatola cranica dove i neuroni fanno a botte Piove e il mal di testa rende insonne ogni mia notte fredda Come al tatto il marmo mi calmo e osservo Uno ad uno ogni taglio che ricopre infetto il mio palmo Sto sull'orlo del tracollo ma non mollo tengo a freno il panico esamino Strani sogni sul mio collo e scarico Tensione con la vista annebbiata ma non mi muovo Niente di nuovo la situazione resta: dove mi trovo? Corrodo tempo come soda caustica e nel frattempo Libero il mio corpo rinchiuso in una sacca di plastica, come Farcela, tengo la sorte sotto tiro Mantengo la calma come una salma respiro, [ma non respiro!] Mi alzo in piedi di getto scalzo in ogni aspetto Essendo tra chi muore non sentendo il cuore battere nel petto Rigetto limiti col nero sullo sfondo Automi nomi prigioni visioni dell'oltremondo Austero spero in un aiuto e messo alle corde Resto muto e scruto nient altro che... morte