E' la soggettiva del pollo arrosto Che senza testa pensa più di prima La sua coscienza rimane sveglia Giudica tutto quello che pa**a E' la soggettiva del pollo arrosto Che guarda il mondo mentre si gira Tra le ditate degli affamati Che ormai si leccano la vetrina È già mezzogiorno con le patate dell'altro ieri risuscitate dal forno E' sopravvissuto ai meteoriti ai pesticidi, alle polmoniti Agli uragani, agli attentati E anche alla lama che lo trapa**a E' la soggettività del pollo arrosto E va da questo a quel marciapiede Dove i segnali appesi ai pali hanno le scritte metà in cinese E' venuta l'ora della sua resa, Calata l'ombra l'insegna è accesa Sul niente... Non ha bisogno di avere il ciak Per dare inizio a una realtà Che ha protagonisti inconsapevoli di esserlo Non c'è nemmeno necessità di effetti speciali in questa città Perchè c'è già abbastanza agitazione e panico Da vincere un oscar E' la prospettiva che si ribalta Nella clessidra appesa con lo spago Scende giù in fretta il filo di sabbia per la strettoia Il tempo scivola Non ha memoria del suo pa**ato Ma sa che fine indegna lui farà Se per controllo viene ispezionato La coscia destra è sotto la norma E' la soggettività del pollo arrosto E va da questo a quel marciapiede Nel paradiso dei fumatori e dei polmoni trattati bene È venuta l'ora della sua resa, calata l'ombra l'insegna è accesa E' venuta l'ora della sua resa, calata l'ombra l'insegna è accesa Sul niente... Non ha bisogno di avere il ciak Per dare inizio a una realtà Che ha protagonisti inconsapevoli di esserlo Non c'è nemmeno necessità di effetti speciali in questa città Perchè c'è già abbastanza agitazione e panico Da vincere un oscar E' la soggettiva del pollo arrosto Che senza testa pensa più di prima La sua coscienza rimane sveglia Giudica tutto quello che pa**a (Grazie a lillilale per questo testo)