Gli alberi della città sono i confini del cielo Lungo gli argini del fiume chiusi dal Tirreno Servono ad appoggiare cuori spezzati e muti E nei giardini comunali il loro verde è un velo Ricordi le bianche scarpe di gomma sbiancavano l'ombra Quell'ombra più scura sotto a un tronco, e dall'erba Brillavano i lacci appena sciolti di un branco d'amanti E nel lago coi remi facevi fontane Gli alberi della città sono i confini del cielo E al lunedì non sorgeva, non sorgeva mail il sole Sui libri legate le cinghia di gomma Sapevano di amori quasi sempre impensati Foglietti a quadretti, foglie cadute e sigarette gettate E gli alberi gli stessi a coprire carezze affrettate Fragranze sconosciute del gioco d'amore, del gioco d'amore E tu lo capisci mia bella ragazza che il pa**ato non è dolore Gli alberi della città sono i confini del cielo E i salotti rifugi sotto al sole e le stelle sono un telo Sulle chiacchiere tristi di ghiaccio e bicchieri Ma i viali respingono forte gli sguardi che sanno di noia E allora fuori bambina amore mio che le foglie sono velieri Tra tempeste di fumo i rifiuti sembrano scogliere Ma domani ti giuro cadranno giù come le nostre paure E dal lago dal fiume faremo fontane Gli alberi della città sono i confini del cielo Spettinati dai gabbiani venuti dal Tirreno Servono a rinnovare nuove stagioni al tempo E nei giardini comunali il loro verde è un velo Gli alberi della città