Qua**ù, sul tetto Mi sembri quasi bella Anche se in fondo non lo sei E infatti poi, se scendo Ritorna tutto a posto E mi muore la poesia Però qua**ù, sul tetto Le antenne sono croci rivolte a un altro Dio Che forse forse, ci credo anch'io Che non è solo vostra, questa mia città Ikea, Auchan Decathlon, Bricò E Leroy Merlin Possedere, avere Quante altre cose potrò ancora consumare Però qua**ù mi basti Ti giuro non ti cambierei neanche se potessi Neanche se tu fossi L'ultimo dei sogni prima di andar via Ho sete Dio mio che sete Mi verseresti ancora un sorso di petrolio Per vedere se ci riusciamo A non restare a secco tra il quinto e il sesto piano Però qua**ù resisto Da solo a**erragliato sento tutto un po' più giusto Un po' più in là del sole Che per lasciarmi vivo ogni sera è là che muore Dovremmo, sì, sì, dovremmo Fare a modo nostro, una rivoluzione Liberando dall'abbandono Le cime delle case di tutte le città E scoperchiando i palazzi La gente uscirà fuori da ogni nicchia di cemento Volando su, sui tetti Senza i pesi morti dei bisogni indotti Fa freddo, un po' di freddo La sera mi ha sorpreso Nelle mie fantasie Mi sa che è meglio che scendo Che imparo a raccontarmi Anch'io le mie bugie Ma poi qua**ù ritorno Perché penso a quel giorno in cui saremo un po' di più Perché ci credo che in fondo Dietro ogni galera c'è una scala che va su Ma poi qua**ù ritorno Lo so che verrà un giorno in cui saremo un po' di più Perché ci credo Che in fondo, dietro ogni galera c'è una scala che va su Qua**ù