[Verse 1: Marco Kessler] Non piango mai e non rido ormai da anni Ho il fango sulle scarpe come sul mio nome, ma vado avanti In modalità Zen riempio fogli Ho pa**ato molto più di cento notti e cento giorni A confondermi nei ba**ifondi con i vagabondi Ma va bene così, me lo ripeto ogni giorno Anche se sono sporco, inutile, stronzo Sento emozioni e vibrazioni nel torace Ed è prezioso per noi animali simili a bestie randage Tra risorse nazionali e milioni di genitali Viaggio tra i manicomi con i miei amici immaginari Ed il tempo è il peggiore dei criminali, ti svegli stanco Lascia segni e poi ti uccide come il fosforo bianco Sotto questo cielo freddo come acciaio Per questo ciò che faccio con droghe ed alcool è solo parte del mio viaggio Meglio diventare pazzo Strillando, vomitando, sussurrando versi incomprensibili Correndo in auto, ubriaco e fatto, suonando il clacson, e le sirene mi zittiscono E finisco sul pavimento, giù dal letto A gattonare nel buio, svenuto contro il muro, meglio Meglio strisciare a pancia nuda sull'asfalto Meglio incoronato, spine sulle tempie Meglio inchiodato, innalzato, esiliato, condannato a morte Ma resuscitato in uno stereo HiFi Spirito del mio tempo Zeitgeist, verità Canto l'incanto della realtà e lobotomia istantanea Metro di misura della prosa umana Il mondo ha sbranato viva l'immaginazione E le industrie emettono fumi in questa nebbia di persone Tu pa**ami il limone e ti racconto la mia vita intera Eroina che gocciola nella vena, sudore che cola dalla mascella Addio