Chi vive in controluce e soffia sulla brace di una città Senza leggere il giornale sa che musica fare E prima o poi la fa E lavora di lima sotto questo clima che è un tiro di dado Per tutto il tempo che ha speso in un vicolo appeso Tra virtù e degrado Perché qui si vive a metà tra la fogna e la chiesa In un odore denso di piscio e incenso che aleggia e pesa E si mischia ai miasmi, ai fumi ed ai fantasmi di una trattoria Poi singamba e cade Su un ex voto di spade ai piedi di Maria Destate senti frinire un fax di qualche ufficio a**orto: Ansia o maccaja nella zona buia di un angiporto Tra le fibre ottiche e i rifiuti tossici Qualche volta pensaci, pensaci Che quando piove, piove viola E la fognatura deve pur saltare Lacqua scova e scola la sua sepoltura rinascimentale Quando torna il sole, viene quando vuole Tra i mercati al caldo Con la merce varia trovi il teschio di un Doria Venduto in saldo E dopo senti un bella**olo di sax, malinconico e bevuto Mentre tenta il guado Tra virtù e degrado dopo che è piovuto Tra le ardesie magiche e i giardini pensili Qualche volta pensami, pensami, pensami Qualche volta pensami, pensami anche tu Ma chi vive senza voce nella noia atroce di una città Sa che il mondo è fatto a scale Ci si può far male, magari se lo fa Si fa una bella preghiera ai bordi della sera Ma sempre più di rado: O Gesù damore acceso Non ti avessi mai offeso tra virtù e degrado Ed è così, parola di Max, che qui si vive e si sogna: Liride e linsetto vanno a braccetto senza vergogna Tra le ardesie magiche e certi topi prensili Qualche volta pensami, pensami, pensami Qualche volta pensami, pensami anche tu Qualche volta pensami, pensami, pensami Qualche volta pensami, qualche volta, no