Giorgio Gaber - La cacca dei contadini lyrics

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Giorgio Gaber - La cacca dei contadini lyrics

E' la cacca dei contadini. Tutto lì...: la cacca dei contadini. Me l'ha spiegato Fortini. A lui piacciono queste storie, e anche a me. In Russia, durante la rivoluzione, i contadini entravano nei palazzi dello Zar e cagavano dentro i suoi preziosissimi vasi: un gesto di spregio, di disprezzo, di distruzione. Bello, stupendo!... Sì, ma perché bello? Perché la distruzione, la cacca dei contadini, è importante se ha un senso storico, se c'è qualcuno che la raccoglie. E in quel momento c'era un Lenin che la raccoglieva... non la merda... il significato. No, non è che uno deve vedere se c'è Lenin prima di cagare. È che... intanto noi non siamo contadini, non c'è la rivoluzione... e poi non si sa dove cagare! Sui Brion Vega, forse... potrebbe essere un'idea... quelli bianchi, Più bidè, però... Non importa. Un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino perché bene o male rompe con le convenzioni. E anche se lo sbagli non ti senti mai piccolo. Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare. È nelle piccole cose, nel muovere una mano, nell'essere scoperti da un altro in un gesto poco simpatico, una piccola stonatura che magari nessuno ha notato... Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso e ci possono far arrossire fino all'inverosimile.

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