Giorgio Gaber - II Atto 1° Quadro - Effetto Notte lyrics

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Giorgio Gaber - II Atto 1° Quadro - Effetto Notte lyrics

Lui è un essere perfettissimo con antenne sensorie capaci di captare ostilità e pericoli in qualsiasi ambiente che lo circonda. Lui è in grado di registrare vibrazioni e frequenze che l'orecchio umano non può percepire. Il suo corpo è ricoperto di pelo color grigio non metallizzato con la coda sottile dotata di piccole squame e quasi completamente spelata. Che schifo! Lui è un essere audace e battagliero capace di adattarsi a qualsiasi cibo e qualsiasi ambiente. Quando si dice che l'uomo sarà distrutto dall'esaurimento delle risorse terrestri si commette un errore stupido e irreparabile. Lui il nemico. Perché Lui è come l'uomo. Intelligente, onnivoro e con una adattabilità forse superiore alla nostra. E' contro di Lui che avverrà lo scontro finale. I bookmakers lo danno vincente. lo, no! Ah, sono orgoglioso, eh! ... Mostro! Il mio orgoglio non è amore per me stesso. Se mi ama**i non mi prenderei a calci come faccio. Il mio orgoglio è... è per come si dovrebbe essere. Il mio orgoglio è lo schifo di tutto e di tutti. Di te, ma anche di me... Un po' meno..." Gli parlavo, ma in realtà Lui non era presente. Capita qualche volta di costruirsi un dialogo che poi ci servirà. Perché mi guardi come se fossi impazzito?" Continuai parlando da solo... " Bravo! Che sensibilità. Lo vedrebbe anche un gatto che ho l'anima attorcigliata come una mata**a!" Sembrava che l'avessi chiamato. Perché dopo un po' arriva mio figlio col gatto. Me lo lascia e mi saluta sempre più perplesso. Appena solo con Tobia, la mata**a dell'anima si scioglie. Tra poco inizierà il combattimento. E questa volta sono spettatore, anzi... Regista. Tenendo a**olutamente conto dello scopo prefisso, ma senza trascurare il lato spettacolare, con un cartone trovaticcio e un lungo cordino, costruii una specie di sipario sollevabile a distanza. Ho meno mezzi di Ronconi, ma me la cavo sempre. Tobia era un gattone selvatico sempre affamato. Avevo anche suggerito a mio figlio di tenerlo a digiuno per due giorni. Non sono certo uno che trascura i particolari. Piazzai il felino dietro il sipario. Un forte odore di pesce, appositamente strofinato su una mattonella, lo tenne inchiodato sul posto. Ecco, è tutto pronto. Non resta che aspettare Lui. A quest'ora scende sempre. Mi nascondo dietro una tenda col cordino in mano e il cuore in gola. Che succede? Ritarda?... Di solito è puntuale. No, eccolo... Scende dai tubi, scende. Ahi, si ferma, annusa... Maledizione, le antenne... No, prosegue. Si, è a terra... A ottanta centimetri circa dalla belva. Solo il cartone li divide. Su il sipario! Il gatto sgrana gli occhi. Si gonfia. Alza il pelo. Una mata**a di pelo rosso e maculato. E' un leone! Lui... Lui non scappa, per ora. Abba**a il pelo grigio. Sembra metallizzato. Non l'avevo mai visto in questa versione. Ora il leone, pregustando il ghiotto pasto, sta per scagliarsi sulla vittima. Per una frazione di secondo i due restano immobili. La vittima impietrita guarda negli occhi il suo carnefice ed emette solo uno stranissimo, flebile suono: Quick! E il gatto... Via! Scappa come una lepre. S'arrampica sulle pareti. Sbatte su un vaso, lo rovescia. Mi strappa la tenda il deficiente! Fa due volte il giro della stanza, velocissimo. Se la fa addosso, anche... Semina escrementi dappertutto... Nell'aria... Si, una pioggia! Ecco, salta sul tavolo, sul frigorifero, si lancia verso la finestra. La manca clamorosamente, il felino. PUM! Sul pavimento. MIAOOO! ... Un urlo tremendo! Niente, riparte come un razzo. Tavolo... frigorifero... certo, più rincorsa... Ecco, ce la fa. Bravo Tobia. E' fuori, è salvo. Corre ancora come un pazzo... Una nuvola, una valanga. Si, quell'imbecille, quel mata**one di merda! Dopo ogni battaglia, come sempre accade, c'è uno strano silenzio quasi sacrale. L'esito dello scontro, coi resti sparsi qua e là sul terreno come oggetti senza vita, appare già con l'alone del ricordo agli occhi eroici e pietosi del vincitore. Lui non si è mosso di un centimetro. Ora alza la testa verso di me. Mi guarda un po' come se pensa**e... " Mi dispiace, ma era inevitabile..." Mi fa: " Quick!

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