Guardare bene dove mettere i piedi Per non calpestare le righe, Contare sempre da uno a dieci Prima di far saltare le dighe Guardare in alto, a destra, a sinistra, Come se fosse una cosa importante Aspettare fumando per più di due ore, Maledicendo una donna intrigante E due bonghisti neri E due carabinieri Che li guardano come Se fossero stranieri... Non è rabbia per niente E neanche cinismo E' il cielo di Bologna Questo, questo è l'amore ai tempi del fascismo. Farsi scoppiare tutto il tempo tra le mani Per paura di non riuscire a fare niente Per ritrovarsi in una specie di domani Pieno di persone che sembrano "gente", Mettere in fila dei pensieri colorati E tenerli insieme con parole di cristallo, Poi il mio cappotto Che ha gli angoli slabbrati E il tuo tramonto che diventa troppo giallo E due lavavetri polacchi Che lavano nel niente, Nei tuoi figli, nelle tue mogli, Nel tuo respiro indifferente... Non è rabbia davvero E nemmeno arrivismo E' il freddo di Bologna Questo è l'amore ai tempi del fascismo. Vedere poi tutti i paesi illuminati Più dall'orgoglio che dalla luce, Le case bianche figlie delle colline, Di una piacevole a**enza di voce, In cui andiamo a ricoverarci Come malati allo stadio terminale Quei letti bianchi, i pochi ospedali In cui è possibile almeno stare male E i due bonghisti neri, E venti carabinieri Che battono il piede a**orti Nei loro pensieri... Non è rabbia per niente E non è più leninismo E' il ritmo di Bologna Questo è l'amore ai tempi del fascismo. Accarezzare la poesia con le tue dita Per inghiottire Lunghi giorni di silenzio, Riccioli biondi incatenati ad una vita, Piombo d'argento In fondo a lacrime d'a**enzio... E due zingari slavi Costretti dalle chiavi A chiudere per sempre il violino Con i suoni che tu amavi Non è disperazione E neanche dolore E' il vento di Bologna, Questo è il fascismo Al tempo dell'amore