N. 12. Arietta
CHERUBINO
Voi che sapete
che cosa è amor,
donne, vedete
s'io l'ho nel cor.
Quello ch'io provo
vi ridirò,
è per me nuovo,
capir nol so.
Sento un affetto
pien di desir,
ch'ora è diletto,
ch'ora è martir.
Gelo e poi sento
l'alma avvampar,
e in un momento
torno a gelar.
Ricerco un bene
fuori di me,
non so chi'l tiene,
non so cos'è.
Sospiro e gemo
senza voler,
palpito e tremo
senza saper.
Non trovo pace
notte né dì,
ma pur mi piace
languir così.
Voi che sapete
che cosa è amor,
donne, vedete
s'io l'ho nel cor.
Recitativo
LA CONTESSA
Bravo! Che bella voce! Io non sapea
che cantaste sì bene.
SUSANNA
Oh, in verità
egli fa tutto ben quello ch'ei fa.
Presto a noi, bel soldato.
Figaro v'informò ...
CHERUBINO
Tutto mi disse.
SUSANNA
(si misura con Cherubino)
Lasciatemi veder. Andrà benissimo!
Siam d'uguale statura ... giù quel manto.
(gli cava il manto)
LA CONTESSA
Che fai?
SUSANNA
Niente paura.
LA CONTESSA
E se qualcuno entra**e?
SUSANNA
Entri, che mal facciamo?
La porta chiuderò.
(chiude la porta)
Ma come poi
acconciargli i cappelli?
LA CONTESSA
Una mia cuffia
prendi nel gabinetto.
Presto!
(Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia:
Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia veder la patente che terrà in petto:
la Contessa la prende, l'apre: e vede che manca il sigillo.)
Che carta è quella?
CHERUBINO
La patente.
LA CONTESSA
Che sollecita gente!
CHERUBINO
L'ebbi or da Basilio.
LA CONTESSA
(gliela rende)
Dalla fretta obliato hanno il sigillo.
SUSANNA
(sorte)
Il sigillo di che?
LA CONTESSA
Della patente.
SUSANNA
Cospetto! Che premura!
Ecco la cuffia.
LA CONTESSA
Spicciati: va bene!
Miserabili noi, se il Conte viene.