Ti aspetto, ti ho aspettato per anni.
Ogni volta sei entrato da quella porta, un'altra porta, la stessa.
Sempre porte con il numero tatuato sul dorso,
Cardini oliati o cigolanti,
Battiscopa lucidati, zigrinati, pieni di polvere.
Sei entrato senza bussare, hai bussato,
Hai sfondato il legno, l'hai preso a calci,
Picchiettato con le nocche.
Ti ho aperto, hai aperto da solo.
Eri diverso, lo stesso, un altro ancora:
Sempre, un uomo.
Eri alto, eri ba**o, avevi gli occhi azzurri, gli occhi scuri,
La bocca carnosa, i denti bianchi.
Avevi la dentiera, avevi 25 anni, ne avevi 50, 37.
I tuoi capelli erano grigi, a volte biondi, castani,
Avevi il cranio rasato a zero.
Eri un uomo.
E io ti amavo, ti aspettavo, ti telefonavo,
Ti imploravo, ti mentivo,
Ridevo di te.
Ti prendevo per il culo in segreto.
Contavo i tuoi difetti sulla punta delle dita:
Non ci stavano sulle mani tutte le tue imperfezioni.
Eri sempre sbagliato, sempre giusto,
Avevi ragione, avevi torto.
Ogni volta hai voluto mettermi in ginocchio
E giocare al marito e alla moglie.
Mi hai martoriata con le tue richieste mute.
Mi hai voluta diversa, uguale ad un'altra, simile ad un sogno:
Ragazza della pubblicità, donna in carriera,
Mi hai voluta più magra, con più tette, più gra**a,
Mi hai voluta con l'abbronzatura.
Mi hai voluta pallida, santa, o vestita da puttana.
Mi hai travestita, sporcata, ripulita...
Mi hai stancata.
Questa storia è già finita.
Ti ho amato più di quanto abbia mai amato chiunque.
Ti ho amato più di tutti.
Ho amato un uomo che non esiste.
L'altro, che tutti aspettiamo da sempre e che non può arrivare.
E che non può arrivare.