Un sole raffreddato dalla notte inizia a tossire tra scale di nuvole che lo porteranno lentamente al centro del cielo, per dar vita e colore ad una nuovo giornata. La luna saluta, in quell'abbraccio cromatico colmo di sfumature, che si rinnova ogni giorno, un istante prima che albeggi. Angelo, dopo tanti anni, vede il sole filtrare dalla finestra di una stanza, nel letto di un ospedale. Simone continua a sognare nella sua cameretta. Enzo e Lucia dopo aver preso due cornetti al forno, li affondano in un cappuccino fumante. Tony sputa una gomma masticata per le lunghe e inizia a rollarsi una sigaretta. Gigi saluta Cesare che entra al bar per comprare radici di liquirizia per la moglie Carla. Gli chiederà di aspettarlo pochi minuti, per prendersi un pa**aggio e andare a salutare Angelo, mentre lo straccio sbadiglia lentamente sul bancone e i primi lavoratori del giorno pa**ano per un caffè. Lauro e Francesco con i panni
Sporchi di colla, rovesciano rimasugli del secchio e di una notte trascorsa ad attaccare promesse su pannelli pronti a ricordarsele ogni quattro anni. Maria Francesca rincasa mentre le prime edicole aprono ed espongono silenziosi strilli. Dea, si trascina a casa dopo aver preso due brioches al forno, una anche per Angelo, che non troverà al solito posto. Avrà un colpo al cuore, ma su uno di quei portali di informazione locale, scoprirà che è stato aggredito ed è vivo, e si prometterà di andare a trovarlo in ospedale nel pomeriggio. Roberta rincasa ascoltando musica e aprendo il finestrino che la diffonderà lievemente tra i rumori del traffico mattutino che va formandosi. Alberto completa il cruciverba, 25 orizzontale, lo è di Chopin, otto lettere, notturno. Ada beve l'ultimo sorso di thè freddo prima di pulire la tazza, da il resto ad un camionista che ha dormito all'albergo lì vicino, e attende il collega per il cambio. Renato, fischiettando un motivetto jazz, spazza la notte cercando di dare un tono al nuovo giorno, vicino il forno, dove Aniello coordina la distribuzione del pane per i negozi della città, mentre serve cornetti e brioches a chi si è lentamente trascinato fino all'alba di un nuovo giorno, con i suoi sorrisi o i suoi peccati. La notte del giorno, il giorno della notte, la notte e il giorno, il tempo che si articola, le articolazioni del tempo che si sgranchiscono nuovamente. La notte con le sue storie, che si sfiorano, si incrociano, si intrecciano. La notte e i suoi abitanti, la città che cambia forma. Lo spettacolo della notte è andato in scena, con il suo carico di amore, sesso, droga, metadone, musica, amicizia, sguardi, lavoro, pazienza, sudore, fretta, violenza, sangue, coraggio, paura, sogni, incubi, profumi, asfalto, cielo. Ed una luna piena ad illuminare la scena, che quotidianamente rinnova uno spettacolo con nuove trame, delle quali sta a noi cogliere e a**aporare i possibili intrecci, e perché no, magari anche immaginarceli. Non so voi, ma ora, io vado a riposare, starete rincasando o vi starete alzando per andare a lavorare, per non sbagliare vi augurerò sia buonanotte sia buongiorno, ora che è l'alba