L'estate scivolava
Giorno dopo giorno
Come una condanna
Tra andata e ritorno
L'immensa galera
Splendeva tutta intorno
Sulle strade del nostro mezzogiorno
E il tempo in certe sere
Si contava in distanze
E sulla 106 la ferrovia era parallela
Andava verso il nulla
E dal nulla proveniva
E le ore mi facevano più grande
Sullo stretto di messina
Consigliai a salvatore
Di piangere convinto
Solo se qualcosa muore
Mi chiese "come stai"?
Gli dissi "lascia stare
Ho il cuore a pezzi e certe volte vorrei morire"
Pa**avano i chilometri
E la sete di capirli
Nelle lettere d'agosto
Nei pomeriggi in cui non parli
E furono 100, 1000 e poi 2000
E alla fine smisi di contarli
Smisi di cercare
Un senso nelle cose
Nel sole che moriva
Dietro il filo delle case
Il senso è tutto intorno
È tutto un divenire
Davvero non c'è niente da capire
Taranto, Palermo
Lecce, Barcellona
La piana dei Torlonia
Di Brindisi o Matera
Davvero non pensavo
Che tanta desolazione
Potesse amarmi e scendermi nel cuore
E giù per le statali
L'italia quella vera
L'italia dei più furbi
Coltivata a miseria
L'italia dei padroni
Dei poveri in catene
L'italia che parlarne non conviene
Mi dissero quaggiù
Non cambierà mai niente
I migliori prima o poi
Finiscono su un treno
E se ne vanno a Roma, in America o a Torino
E ritornano per la festa del patrono
Gli scioperi, le armi
Le cattedrali nel deserto
Lo stato dei collusi
E quello degli amici
Ed ecco la tua italia, divisa e fatta a pezzi
Giuseppe, eri solo un idealista
Taranto, Palermo
Lecce, Barcellona
La piana dei Torlonia
Di Brindisi o Matera
Davvero non pensavo
Che tanta desolazione
Potesse amarmi e scendermi nel cuore
Chiusi un poco gli occhi
Oltre le apparenze
E scelsi di capire
E di non giudicare
Chi giudica ha giù preso la strada per tornare
Io, invece, non sapevo dove andare