E sarà stato qualche anno fa
Seduto sotto un albero migliore
Che mi chiedevo quand'è che tutto fosse iniziato
E mi dicevo che certo non era così che doveva finire
Abbiamo gli occhi sul finestrino
Dove le case non sono le stesse
Chiuse dietro a mura da cui non puoi più scappare
E mi chiedevi dove si nasconde l'infame che le ha costruite
E le piazze sono vuote
Non gli servono catene
Loro pensano al nostro bene
Loro pensano per noi
E le domande sono neve
Che si scioglie il giorno dopo
Nella vita quotidiana
Siamo ovunque e in nessun luogo
Saranno sbarre a farmi da galera
O a spaccarmi la milza la notte
Tra attentati e tritolo esplosi quasi per noia
Ma dentro le loro stanze conviene obbedire e non fare domande
Avrò nascosto per bene le prove
Per discolparmi in tribunale
Ho già interrato la mia pistola caricata a sale
E quando saranno alla porta io gli urlerò di non avere paura
È una pace artificiale
Sopra il bene, sopra il male
Lotterie per discolparsi
Dai lavaggi di coscienza
Sono specchi deformanti
Per sembrare un po' più snelli
Più giovani e più belli
Più ricchi e meno soli
Sarà un mirino a tracciare il contesto
A separare il falso dal vero
Saranno ronde di ferro a difendermi dall'uomo nero
E sarà tardi per capire che cos'è che non si poteva comprare
Come il divino in un campo di grano
Come i sogni che mi hanno rubato
Come le guardie vestite da persone per bene
Come lo specchio che ogni mattina ricorda benissimo da che parte stare
Nella notte illuminata
Dai fan*li del consenso
Gli abbonati alla calma
Esplodevano in silenzio
Senza emettere sentenze
Senza colpi né pistole
Fucilavano gli ostaggi
In nome dell'amore