Nel porto di amsterdam i marinai che cantano
I sogni che li affligono al largo di amsterdam
Nel porto di amsterdam i marinai che dormono
Nell'erba oscura e monda di una sinistra sponda
Nel porto di amsterdam i marinai che muoiono
All'alba di mille bottiglie di cento disperate voglie
Però nel porto di amsterdam ci sono i marinai che nascono
Nel calore denso ed afono della malinconia
Nel porto di amsterdam i marinai che che mangiano
Con le mani sporche d'unto tra un sogghigno e un rutto
E ti mostrano i denti gialli di fumi e tabacchi
Pelosi come colbacchi ad azzannare la fortuna
E sotto l'ombra della luna in un trionfo di odori
Di olezzi e spergiuri e afrori di sputi e occhiate lascive
E poi in un rozzo congedo rompendo tutti i bicchieri
Saldano il conto di ieri con dei cattivi pensieri
Nel porto di amsterdam danzano i marinai
Col ventre sul ventre delle donne avvilite
E con l'anima impazzita come in un vomito di sole
Sale un suono di pianole in un rancido brusio
E poi strozzano le note in un crogiolo di bestemmie
In torbide vendemmie in giochi di parole vuote
Finalmente a piedi nudi barcollando sui tripudi
Relitti nauseabondi i marinai vagabondi
Al porto di amsterdam bevono i marinai
Bevono il mare di tristezza di una perduta carezza
E scolano bottiglie alla salute delle donne
Di amburgo di ogni dove che negli alberghi a ore
Dispensano stupore il corpo e il suo calore
E alla fine della notte quando la brina stende un velo
Piantano il naso al cielo sofiando sulle stelle
E pisciano come io piango sullo sfacelo del mondo...
Nel porto di amsterdam, se arrivi ad amsterdam
Eh eh
(Grazie a Piero per questo testo)