Mercédi voi, mia fortunata stella,
volo di Pindo in fra i beati cori
e coronata d'immortali allori
forse detta sarò Saffo novella.
Cosi l'impressa faticosa e bella
sia felice del canto e degli amori,
ché s'unisco le voci, i nostri cori
non disunisca mai voglia rubella.
O che vaga e dolcissima armonia
fanno due alme innamorate e fide,
che quel che l'una vuol l'altra desia,
che gioisce al gioir, ch'al rider ride,
né mai sospiran, che'l sospir non sia
d'una morte che sana e non uccide!
Che dolce udire una leggiadra bocca
tutta lieta cantar versi d'amore!
Vaga, vezzosa voce
con pa**aggio veloce
t'alletta, ti circonda, anzi ti tocca
e dentro va quasi a baciarti il core,
mentre musico labbro
spiega d'amore i pregi.
Altro non dice
quel canoro felice
che le gioie che senti;
altro non dice
che i diletti che provi;
altro non dice
che i tuoi piaceri nuovi,
i tuoi vecchi contenti.
Dillo, o mio core,
ch'è dolce udire una leggiadra bocca
tutta lieta cantar versi d'amore!
Quell'aura armonizzata
da una gorga canora
ti ravviva e ristora,
ti fa l'alma beata.
Folle sei se non godi e non cominci,
qua giù ristretto in un caduco velo,
Tirsi, a gustar le melodie del Cielo.
O soffrire o fuggire o tacer sempre,
ma con lieto sembiante,
l'offeso deve e mal gradito amante.
Pianti, lamenti, dimostranze acerbe
non farann cangiar costumi o tempre
a tiranne superbe, onde conviene
in tante amare pene
o soffrirle o fuggirle o tacer sempre.
Ma di che ci dogliam ch'un'incostante
ci sprezzi e ci abbandoni? Ah, frena l'ire;
plàcati, incauto amante; ah, soffri e taci;
e se vuoi donna instabile punire
puniscila coi doni,
castigala coi baci.
Dolcissimi respiri
de' nostri cori amanti
son le parole affettuose e i canti.
Sfoga, o mio core, il tuo cocente ardore,
se talor non ti tocca
nodrirti almen di due soavi baci.
Afflittissima bocca,
stolta sei, se tu taci.