Entrai nel ristorante perché avevo fame,
entrai per fame e per una finestra
e una donna mi mostrò un'altra finestra.
Il suo nome era Anna
e io andai dove mi avevano detto,
proprio come, proprio come
ho fatto l'amore con te l'altra notte,
come ho fatto l'amore con te l'altra notte.
Come ho fatto l'amore con te l'altra notte.
Ma aspettando colai un orecchio nell'orecchio,
chiamai l'uomo e dissi:
ehi ehi ehi ehi ehi...portati via questa roba,
questa roba portati via.
E lui se ne andò dal locale
con la ragazza che avevo visto per me quella notte,
con la ragazza che avevo visto con me quella notte,
con la ragazza, con la ragazza, con la ragazza,
con la ragazza che avevo visto per me quella notte.
E vedendo tutto questo, diventai di tutti i colori,
quasi un arcobaleno,
"hei, aspetta", dissi, "hei, aspetta", pensai,
voglio venire anch'io,
verrò anch'io nelle vostre camere,
basta che voi non entriate
nei miei armadi,
nei miei armadi,
basta che voi non entriate
nei miei armadi,
non vi avviciniate.
Ma loro uscirono, senza darmi un minuto di ascolto,
e l'ultima cena, l'ultima cena
era così vuota di gente
che io mi vergognavo come un matto,
come un matto, come un matto.
Finalmente, finalmente dissi di avere caldo,
aprì la finestra e andai fuori in cerca
di una pagina o di una moglie,
di una pagina o di una moglie
per scriverci sopra questa faccenda
di mattina molto presto.
Di mattina molto presto...