Se non si cuoce a fuoco lento
Rimane cruda dentro.
Al dunque quando può le piace
Sentirsi al centro dei carciofi tenerelli.
Cosa sa, cosa sa
Che gli animali sono esseri scorrevoli;
Però il rinoceronte ha il freno a mano,
L'amore è un gesto pazzo come rompere
Una noce con il mento sopra il cuore,
E si dovrebbe vivere lontani
Per essere creduti se si dice:
Qui è nato un disinganno mai allevato
E grosso come un bue,
Mangiando poco,
E si dovrebbe vivere lontani e dire:
Ho visto qual è il colmo
Di me stessa,
Sfilandomi un maglione sulla testa,
Per ora si interessa all'infusione,
Che dona brillantezza ai suoi capelli
E la parola chiave è rosmarino.
Il gusto si fa estivo a mezze maniche,
Esaminando la Venere di Milo,
I riti i riti, ma che riti d'Egitto, tutto e'
Fidanzamento
La colazione in tazza,
Il pranzo, poi la cena e gli intermezzi,
Basta non le si dica "Indovina chi sono"
E non te l'aspettavi ecco cose così
Raggianti e tristi, cose di burro
In forma di conchiglia.
Sono io quella ragazza dice
Puntando il dito come viene viene,
In uno sprazzo acrilico a colori
Mimetici soltanto di se stessi,
E di un papero, a sbuffo accidentale,
Contro un mazzo una messe di cielo,
O rosso mormorio di un acquitrino,
Sono io quella ragazza,
Infatti è lei.
Per lei un sovrano avrebbe rinunciato
A nascere, e un cammello si è lanciato
In una cruna d'ago, smascherando
L'acrobata di sabbia in sé sopito.
Sono io quella ragazza dice,
Il giorno prima come il giorno dopo,
E il giorno in mezzo me lo metto al dito,
Così sarà un anello e non un peso.
E per lei, qualche atleta contenzioso
Si è battuto, smantellato da solo,
Crollando coi talenti e i gusti intatti.
Sono io quella ragazza,
Infatti è lei.