L'orologio batte già le tre,
ironico profeta accanto a te
che sogni la magia e le cose, sai,
han fatto tutto il loro tempo ormai.
E' inutile rincorrere emozioni
che hai sfruttato tempo fa,
crearsi miti e immagini di luci
e reinventare la realtà
o razionalizzare a tutti i costi
ogni cosa che tu fai,
dipingere di verde il pavimento
sempre pietra resterà.
E nel quadrante intanto vedi te,
arlecchino inutile coi suoi perché.
E carnevale è già un ricordo ormai,
di cartapesta, zucchero e dei guai.
Ti affanni disperato a dare vita
a quei colori smorti che
ti fan pensare ad entusiasmi,
ai mari, all'incoscienza, a un sole che
splendeva anche di notte o con la pioggia,
no, non si spegneva mai.
Tramonti lunghi come un breve attimo
ed albe e giorni (...)
Le quattro all'orologio sono ormai,
le ali per volare non le hai,
fermare le lancette tu non puoi
e nello specchio vedi gli anni tuoi.
E allora sogni epiche battaglie
coi fantasmi di un'età
nascosta dietro un angolo di strada,
paravento di realtà.
e Peter poi sorride tristemente
e poi si inchina alla realtà
e piange l'attimo un po' magico
della sua felicità.