Tanti ricordi nuotano stretti dentro i miei fiordi e sopra i tetti di una città che soffre contusa: mura salate emerse dal mare, chiese guarnite, chiese di case, chiese svestite e denudate; marmi commessi, statue di Lari, pura anemia meridionale che so che proprio non ha fine, che so che proprio non ha fine. Uomini e donne vestiti da se stessi cantano come ormai nessuno più fa. Non è né un mestiere, né moda, né tempo; non è proprio nulla, nemmeno un bisogno. Chi canta non sa e se sapesse no non sarebbe la stessa cosa,
chi sa non gode se non di se stesso, chi sa poi chi è che gode solo di se stesso, è che Kunstwollen non ha fine, è che Kunstwollen non ha fine. Semi di zelo hanno piantato nei tuoi difetti tutti i tuoi pregi, papiri neri, tele tagliate, puntate i piedi: niente fa male! Arte minore impolverata, piccola come la terra è atea, il mare crede: pura energia meridionale che so che proprio non ha fine, che so che proprio non ha fine, è che kunstwollen non ha fine, è che kunstwollen non ha fine.