E' un ricordo ancora vivo,
mi batteva forte il cuore,
per la prima volta anch'io prendevo il treno.
Ero un bambino educatissimo e ban*le
ma soprattutto ero testarde ed immortale.
E mentre il treno si aggrappava all'Appennino io stavo a orecchie aperte davanti al finestrino,
ad ascoltare attentamente il paesaggio che il babbo mi descriveva
per consolarmi e farmi un po' coraggio..
Treno, quanto tempo è pa**ato
da quanto son sceso da un treno
con il mio vestito grigio
davanti a un collegio così,
così lasciai dietro di me tutta l'infanzia:
gli amici del paese, i nonni, la mia stanza.
E andai a sbattere negli angoli più duri
di quella scuola ostile più fredda di un canile.
però la notte era un pulviscolo padano
di nebbia, favole, e segni,
di un Dio che mi parlava da lontano.
Treno quanto tempo è pa**ato che sono scappato su un treno
dove mi sentivo perso
e diverso, diverso diverso ma poi..
Quanti chilometri bu*tati via
per cercare una vita
che fosse davvero la mia,
e quanti amori lasciati a metà
per nascondermi là nella pancia materna di un treno..
treno..
treno, quanto tempo è pa**ato,
pa**ato pa**ato e ormai
con la chitarra al collo come un amuleto,
io canto la mia vita, senza voltarmi indietro.
Così mi piaccio e non mi faccio compa**ione
non la ritroverete la scimmia nel gabbione!
Io so volare come un angelo randagio
nel cielo di un finestrino..
è sempre stato il treno il mio rifugio..
treno portami con te lontano
e bu*ta i binari nel grano,
come quando, da bambino,
sognavo di prendere un treno e afferrare con la mano
le stelle di un altro destino
e ora sono solo un uomo
che vive scappando su un treno
(Grazie a Vincenzo per questo testo e a Se!ra per le correzioni)