(Strofa 1: Benni)
Il tragitto curva nello spazio sottostante, il sottosuolo mi eccita di fantasie mi turba dentro all'ego
Lingua biforcuta sulla carne, arruolo Militar, mi osservo dall'Altrove in terza persona mentre prego
Dio quanto si può soffrire tolta l'armatura? Questo tunnel verso il ba**o ha il fondo illuminato
Ma al mio processo di individuazione sto impigliato, truffato, deliziato dai deliri di un Dio ubriaco!
Richiudo porte dietro me come confine se il dolore avanza mentre aumenta in modo esponenziale e vizia
A piedi scalzi tra fango e sporcizia, ti lascio un grazie per la coltellata in amicizia
Sono un uomo, niente patto col demonio, ti avvicini per notarti nei contorni del mio viso
Ma è il ma**acro, il Paradiso, l'essenza della sorte, vita eterna uguale a Morte
(Strofa 2: John Princekin)
Chissà per quanto potevamo ancora sopportarci
Faccia a faccia, naso a naso senza caricarci
Può darsi che fosse amarsi
Nel mio letto sgualcito quando ti spruzzavo dentro il mio Buio Infinito
Esanime, crogiolato al vento di un morente ottobre
Abile a restarti dentro gli occhi nelle lacrime
Trattienimi, torna a casa tua a piangermi
Che non ne voglio sapere di riguardarmi cadere
Solo! In questo volo verticale..
Dove lo schianto non vuole arrivare, smetti perfino d'urlare
E pensi che in fondo aspettare possa essere l'unico male, peggiore che morte subito
Latte Rancido dal seno paterno di un Dio ba*tardo che stiamo ancora cercando, quando capiremo bene il da farsi
Avremo già gli occhi velati e un cancro dal cuore in metastasi